Parole chiave: Periferie, coesione sociale e lotta alle povertà.
Ho deciso di candidarmi al Consiglio Comunale di Palermo a sostegno di Leoluca Orlando, perché quando mi sono fermata ad osservare la città, cinque anni dopo la sua elezione, ho visto come Palermo è cambiata e quanto serva ancora più impegno per rendere questo cambiamento un miglioramento irreversibile.
Ho deciso di farlo con Sinistra Comune, perché abbiamo scelto di farne il soggetto politico dove trovano casa le esperienze che agiscono quotidianamente trasformazione in questa città, non limitandosi ad essere l’ennesimo cartello elettorale: dal movimento cittadino per i diritti delle donne, passando per il Palermo Pride e i movimenti per i beni comuni, fino alle esperienze che si impegnano per l’infanzia, il contrasto alle povertà e il diritto all’abitare, Sinistra Comune è la casa di chi agisce i valori di una sinistra che conosce le marginalità e se ne fa carico.
Il mio personale impegno politico e pubblico inizia appena arrivata a Palermo, in occasione della candidatura di Rita Borsellino alla Presidenza della Regione Sicilia nel 2006. Con lei fondo Un’altra Storia, il movimento politico che faceva della partecipazione il suo elemento portante. Ho preferito poi, dopo una parentesi di militanza nei partiti, occuparmi esclusivamente di quelle questioni sociali che poche risposte trovavano dentro il dibattito dei corpi politici organizzati. Dal giugno del 2012 sono presidente di Laboratorio Zen Insieme e proprio dai quartieri popolari come lo Zen traggono nuova linfa il mio impegno e le mie proposte politiche.
Per raccontare il senso della mia candidatura mi piace partire dal concetto di resilienza urbana, su cui ho provato a basare il mio impegno e inteso come quel metodo con cui una comunità vuole progettare da se’ risposte sociali, economiche e ambientali innovative per i propri disagi, con un percorso partecipato e dal basso, che, rafforzando il dialogo tra cittadini/e e amministrazione pubblica, lo rende strumento utile per ripensare e realizzare, ad esempio, importanti opere per il recupero degli spazi urbani e per il miglioramento della vivibilità, attivando processi di sensibilizzazione ambientale, ma soprattutto di educazione alla convivenza e alla cittadinanza attiva, anche attraverso gioco, sport e altre occasioni di socializzazione.
Muove da qui l’esigenza di ripensare il ruolo dell’amministrazione di prossimità anche rispetto ai servizi alle persone e di fondarlo su di un vero e proprio Patto Sociale, in cui ciascuno fa la sua parte, anche l’amministrazione pubblica.
Nuova ripartizione territoriale dei servizi e strutturazione di strumenti stabili per la partecipazione reale dei territori serviranno a rendere i servizi più aderenti ai bisogni delle persone, ispirati al principio di sussidiarietà orizzontale sancito dalla l. 328/2000, secondo cui le istituzioni “riconoscono e agevolano il ruolo” dei soggetti del terzo settore operanti nella programmazione, organizzazione e gestione del sistema integrato dei servizi. Attraverso nuovi meccanismi di partecipazione e confronto con gli attori pubblici, sarà più semplice adottare programmi e strategie condivise con le realtà territoriali.
La sfida più grande resta quella di eliminare le distanze: unire periferie e centro, eliminare il senso di scollamento tra chi è assistito troppo e male e chi, invece, non riesce proprio ad accedere a nessuna forma di servizio, serve a garantire una reale coesione sociale.
Sono dunque consapevole che, da sola, una candidatura al consiglio comunale non è la soluzione ai problemi della città, ma che può essere uno strumento utile per dare gambe più robuste alle lotte e ai percorsi che da anni portiamo avanti.
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